Il Bacco di Michelangelo

Siamo nell’estate del 1496 a Roma; Michelangelo ha solo 21 anni ed è stato richiesto dal cardinale Raffaele Riario per realizzare una scultura da posizionare al centro del cortile del suo nuovo palazzo, l’odierno Palazzo della Cancelleria. Il cortile era stato pensato come una sorta di museo all’aria aperta, dove collocare statue che imitassero l’arte classica, e come teatro dove allestire spettacoli. Per questo motivo la scultura chiesta è legata al tema del teatro: si tratta del Bacco di Michelangelo!

Michelangelo sceglie di scolpire un Bacco che fa fatica a stare in equilibrio, è sbilanciato a causa dell’ebrezza; solleva la gamba destra per fare un passo incerto e deve appoggiarsi al satiro per non cadere. L’ebbrezza è evidente anche nel suo corpo: i muscoli sono morbidi, non definiti e il ventre è gonfio. Inoltre, la testa è ruotata verso sinistra, ma lo sguardo di Bacco va in direzione opposta, è rivolto verso la coppa di vino che desidera continuare a bere.

Per lavorare il blocco di marmo Michelangelo è partito dalla parte alta; poi scende e man mano ruota in diagonale per scolpire il satiro sul retro. Per poter osservare l’intera statua quindi bisogna ruotarle attorno! Era stata così concepita proprio perché doveva trovarsi al centro di un cortile e i visitatori avrebbero potuto vederla da ogni angolazione.

Il satiro e la pantera:

Per quanto riguarda il satiro, anch’egli è ubriaco e tiene saldamente con entrambe le mani un grande grappolo d’uva. Si tratta di una figura mitologica metà umana e metà animale: si vedono infatti le corna e le zampe di capra.

Sotto i suoi piedi vediamo la testa di una pantera, animale che accompagna spesso le raffigurazioni di Bacco. Per i Romani probabilmente la pantera era il Genio protettore del dio e le pantere trainano il carro nuziale con Bacco e Arianna.

La simbologia della pantera può essere legata alla sua ferocia, un animale notturno e temibile che potrebbe rappresentare le pulsioni più sfrenate, irrazionali che colpiscono l’uomo da ubriaco. Inoltre, pare che la pantera sia sempre assetata e quindi il modo migliore per cacciarla era farle trovare del vino per farla ubriacare.

Infine, si racconta che Bacco abbia preso l’aspetto di pantera per terrorizzare le Menadi; era un animale che veniva sacrificato durante i riti e donato al dio.

Bacco nel Cinquecento

Questa statua però non verrà mai posizionata nel Palazzo della Cancelleria. Le fonti ci dicono che si trovava nel cortile di Jacopo Galli, dove probabilmente Michelangelo lavorava, e la vediamo in un’incisione dell’epoca.

Per ragioni non certe pare che il cardinale Riario non abbia più voluto la statua; forse i segni dell’ebrezza erano troppo evidenti, ma questo sarebbe stato anche un monito morale. Bacco è un dio, una figura atletica, perfetta, però a causa del vizio del vino il suo corpo si trasforma!

Nel Cinquecento inoltre, l’interesse per Bacco era legato anche alla diffusione del neoplatonismo. Secondo questa filosofia lo stato di ebbrezza non era del tutto negativo; permetteva all’uomo di distaccarsi dalla dimensione terrena ed entrare in uno stato di trans per accedere alla conoscenza, al mondo delle idee.

In ogni caso il Bacco di Michelangelo si collocava pienamente all’interno della cultura umanista del tempo; nella riscoperta degli antichi e del teatro greco e romano. Fu così molto apprezzato e considerato il suo capolavoro giovanile prima del David!

Da Roma, la statua oggi è conservata al Museo del Bargello di Firenze.

Vasari nel 1568 la descrive così:

Una figura di un Bacco di palmi dieci, che ha una tazza nella man destra e nella sinistra una pelle di tigre et un grappolo d'uva, 
che un Satirino cerca di mangiargliene. 
Nella qual figura si conosce che Michelangelo ha voluto ottenere una certa mistione di membra meravigliose, e avergli dato la sveltezza della gioventù del maschio e la carnosità e tondezza della femmina: cosa tanto mirabile, che nelle statue mostrò essere eccellente più d'ogni altro moderno il quale sino allora avesse lavorato.