Claudio Parmiggiani: la presenza di un’assenza

Nato a Luzzara (Reggio Emilia) nel 1943, Claudio Parmiggiani è uno degli esponenti dell’avanguardia artistica italiana. Innovativo e unico, oggi scopriremo come sia riuscito a rappresentare la “presenza di un’assenza”…

Sono gli anni Settanta quando Parmiggiani crea le sue prime Delocazioni: opere d’arte realizzate grazie a fuoco, fuliggine e oggetti scomparsi.

Mi spiego meglio. L’idea dell’artista consiste nel posizionare degli oggetti in una stanza vuota: delle bottiglie su un davanzale o una libreria colma di libri. Accendendo il fuoco in un braciere con oli particolarmente grassi, si produce un fumo molto denso e la stanza si riempie di fuliggine che si imprime sulle pareti annerendole.

Di certo però, lo spazio occupato dagli oggetti rimane bianco ed è così che, liberando nuovamente lo spazio da tutti gli oggetti, restano soltanto le sagome disegnate dal fumo, l’ombra della posizione che occupavano…insomma una presenza che adesso è scomparsa, l’assenza di ciò che c’era.

Come ha avuto questa intuizione?

Appena ventisettenne, Claudio Parmiggiani alla Galleria Civica di Modena, sposta un po’ per caso una vecchia scala e un quadro. Scopre così la traccia che nel corso del tempo avevano lasciato sul muro a causa delle polvere che si era depositata. È da qui che inizia a pensare di esporre gli oggetti alle fiamme e dar vita a forme senza contenuto.

Le sue opere permettono così di farci riflettere sul passato, su ciò che abbiamo perduto, ma che lascia in noi sempre una traccia, un ricordo.

“Avevo esposto ambienti completamente vuoti, spogli, dove l’unica presenza era l’assenza, l’impronta sulle pareti di tutto quello che vi era passato, le ombre delle cose che questi luoghi avevano custodito. I materiali per realizzare questi ambienti, polvere, fuliggine, fumo, contribuivano a creare il clima di un luogo abbandonato dagli uomini, come dopo un rogo appunto, un clima da città morta. […]

Avevo presentato questo ambiente di ombre come opera, un luogo dell’assenza come luogo dell’anima.”